Il nostro Istituto ricerca, nella concretezza della vita quotidiana a scuola, una didattica sensibile alle differenze, tutte, per scoprirle, comprenderle, valorizzarle, utilizzarle e dare loro spazio non solo in attività diversificate.
Una didattica inclusiva è organizzata su pluralità di materiali, differenti attività, diversi ruoli, obiettivi e verifiche/valutazioni individualizzate e personalizzate. Ricerchiamo un’idea /un percorso di didattica, aperta, flessibile e cooperativa....in cui ognuno (alunno, insegnante, scuola) possa realizzare il massimo delle sue potenzialità e delle sue risorse personali.
Il concetto di inclusione attribuisce importanza all’operatività che agisce sul contesto.
Il concetto di inclusione, rispetto a quello di integrazione, segna un importante cambiamento di prospettiva. L’integrazione focalizza l’azione soprattutto sul singolo soggetto, cui si imputano deficit o limiti di vario genere e su cui si impostano interventi didattici e strumentali per compensare le singole “limitazioni.”
L’intento inclusivo ricerca e persegue un processo centrato e agito sul contesto educante in tutta la sua complessità. Non si ricerca la singola risposta specialistica ma si costruisce un “sistema “educante complesso, coinvolgendo una pluralità di attori e riguardanti tutti gli alunni, in difficoltà e no, come parte di quello stesso sistema educante.
Questo intento prevede il ricercare una piena partecipazione alla vita scolastica e anche il migliore sviluppo possibile delle competenze individuali: questi i due alti obiettivi che l’inclusione si pone per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali. E la sfida si fa ancora più ambiziosa ,se estendiamo questo traguardo a tutti gli alunni e le alunne indipendentemente dalle loro abilità,dalla loro provenienza, dalle differenze individuali che portano con sé.
Questo è il senso che intendiamo darci dell’inclusione.
Dario Janes scrive, nell'edizione italiana dell’Index : ”La progettazione inclusiva investe infatti, profondamente tutta la scuola, e non può essere semplicemente messa a margine come una piccola attività aggiuntiva (accanto alla commissione gite, quella per gli acquisti,..). E’ necessario piuttosto che il lavoro sull'inclusione venga assunto come l’avvio di un periodo di sperimentazione che coinvolge tutto l’istituto, e che può portare nel corso dell’anno a una discussione e modificazione del PTOF, con l’obiettivo di giungere a una graduale armonizzazione dei due strumenti.
Il PAI è infatti in stretta correlazione con l’elaborazione del PTOF d’istituto.